Dal "dalfonsiano" Pepe messaggi alla segreteria: «Mettere da parte le ditte individuali nel Pd»

TERAMO – Stringere alleanze più larghe possibili con gli amici di centro e poi con quelli di Articolo Uno e che sono a sinistra del Pd ma, soprattutto, ripartire dal dialogo dentro al Partito democratico con una riflessione all’interno degli organi di partito. Che abbia i toni moderati dell’assessore Dino Pepe, quelli più ‘esplosivi’ del consigliere regionale Luciano Monticelli, o le vesti di un percorso verso il congresso di Manola Di Pasquale, la sfida alla segreteria provinciale del Pd è lanciata. All’incontro "allargato" organizzato all’hotel Abruzzi e sconosciuto ai più o ai maggiorenti dei Dem teramani, la parola commissariamento risuona spesso come sinonimo di fallimento della ricerca di una soluzione alla crisi dei rapporti interni al Pd teramano: e se Pepe consiglia la ricerca della «serenità per ricostruire gli organi di partito e avere organismi solidi e solidali, in vista di appuntamenti politici importanti», più drastico si mostra Monticelli nel rifiutare la divisione tra d’alfonsiani e ginobliani e ricondurre tutto a una più chiara «non rappresentatività del partito a livello provinciale». Dunque mettere in campo organismi in grado di programmare, individuare persone e risorse m per fare questo, aggiunge l’assessore Pepe, «abbiamo bisogno di un Pd robusto: quindi, accantonare le vicende personali, le varie ditte individuali all’interno del partito per sviluppare una comunità». Sarebbe deleterio, nel momento di maggior crisi per il centrodestra teramano, dove non basterebbero «le poltrone di 20 assessorati per mantenere in piedi la coalizione di maggioranza», non farsi trovare preparati con un centrosinistra forte alle prossime elezioni. E da qui il vero motivo dell’assemblea sotto le insegne di Pd, «stimolare questo tipo di riflessione – ha concluso Pepe – in una sorta di Leopolda di Teramo, e all’interno di questo luogo trovare le idee migliori e le risorse migliori, ma facendolo nel Pd e per il Pd».